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Uccelli rapaci

Prima di cominciare a parlare della falconeria o più semplicemente dei rapaci in generale, credo sia opportuno introdurre il concetto di rapace e di fare un po’ di anatomia di questi uccelli in modo tale da non esserne completamente estranei e di entrare nel loro modo di essere per capire meglio poi anche il perchè la falconeria è diventata quella magnifica arte che rappresenta l’unione perfetta tra l’uomo e questi stupendi animali.

Capita spesso di sentire delle acclamazioni ad un aquila mentre viene puntato il dito verso una poiana o di sentir chiamare falco un astore o uno sparviere o tutti quegli animali col becco adunco, artigli affilati, che sono soliti volare senza battere le ali compiendo cerchi concentrici nel cielo.

Questi sono errori che inevitabilmente vengono compiuti da persone che, purtroppo, non hanno mai avuto la possibilità di avere delle spiegazioni o delle delucidazioni in merito di rapaci e di distinzione tra falchi, aquile, poiane ecc.

Con questa guida faccio del mio meglio per riuscire a spiegare in parole povere tutte quelle distinzioni di cui sopra e spero di essere in grado di risolvere del tutto o in parte le vostre lacune e di dare delle risposte ai vostre dubbi.

Buona lettura a tutti.

Il rapace viene classificato come uccello da preda cioè appartenente a quel settore del regno aves che si procura il cibo cacciando altri animali, in generale piccoli uccelli, piccoli mammiferi (topi, alvicole, ecc), pesci o piccoli rettili e anfibi (lucertole, serpenti, rane, ecc).

La categoria dei rapaci si divide anzitutto in due rami:

  1. Rapaci diurni
  2. Rapaci notturni

Alla prima categoria fanno parte poi diverse famiglie:

  • Falconidi;
  • Accipitridi;
  • Pandionide (alla quale appartiene solo la specie del falco pescatore pandion haliaetus);

Alla seconda categoria invece appartiene tutta alla famiglia degli strigidi come tutti i tipi di gufi, allocco, civette, assiolo, gufo delle nevi e via dicendo.

Rapaci diurni

Rapaci diurni

Esaminiano, adesso, le famiglie appartenenti alla categoria dei rapaci diurni.

Anzitutto va precisato, ma sono sicuro che ci eravate anche arrivati da soli, che il termine diurno vuol dire che essi sono attivi di giorno, cioè svolgono tutte le attività legate alla loro specie prevalentemente o solamente di giorno.

Alla famiglia dei Falconidi appartengono tutti i tipi di falchi che siano falchi pellegrini piuttosto che falco lodolaio, gheppi, smerigli, lanari, grillai, sacri, grifalchi e via dicendo.

La conformazione fisica del loro corpo così come il modo di volare e di cacciare è molto simile tra loro: presentano un corpo slanciato leggero con ali appuntite e lunghe, coda corta e buona padronanza del volo quasi sempre battente.

La caccia viene effettuata da grandi altezze (alto volo) con picchiate verticali piuttosto che angolari oppure dopo un inseguimento sfruttando l’angolo morto della preda come nel caso del falco lodolaio.

Altri rapaci più piccoli, vedi gheppio, smeriglio, grillaio, cacciano soprattutto piccoli mammiferi come topi, rane e anche insetti.

Quindi l’evoluzioni aeree del pellegrino piuttosto che del lodolaio o di altri falchi da piuma (cioè che cacciano uccelli) in questi piccoli rapaci non si possono ovviamente gustare.

Per quanto riguarda invece la famiglia Accipitride questa si divide ancora in tre categorie:

  • Aquila;
  • Buteo;
  • Accipitridi veri e propri;

Le Aquile che tutti conosciamo per il loro aspetto possente e regale sono ovviamente i rapaci più grossi e potenti con dimensioni, in alcuni casi, che sfiorano la mitologia.

Alla loro categoria fanno parte le aquile reali, le aquile anatraie (maggiori e minori), l’aquila del Bonelli, le aquile di mare, l’aquila rapace, l’arpia, l’aquila minore e via dicendo.

La loro conformazione fisica è pressoché uguale a tutte le specie e peraltro inconfondibile.

Ali lunghe, corpo massiccio, zampe e becco poderosi, adatte a sfruttare la minima corrente ascensionale e dotate di volo battente lento con battiti d’ala molto profondi.

La famiglia Buteo invece comprende le poiane quali: la poiana comune, quella coda bianca, la coda rossa, la ferruginosa, la calzata.

Sono aquile in miniatura e facilmente confondibili dall’alto, ali lunghe e larghe, coda larga, volo battente lento nei movimenti con battiti d’ala molto pesanti.

Capace di sfruttare anche lei la minima corrente ascensionale, dimostra di essere un’ottima volatrice.

Infine gli Accipitridi veri e propri, essi sono gli Astori e gli Sparvieri (con annesse sottospecie o specie secondarie).

Molto più aggressivi e selvaggi delle precedenti famiglie questi rapaci abitano i boschi dimostrando di essere assi nel volo battente e nella caccia.

Le loro ali sono corte e larghe, la coda è molto lunga e molto larga questo permette all’uccello di compiere virate fulminee nel sottobosco ricco di ostacoli e di avere una padronanza del volo da fare invidia a qualsiasi uccello.

Cacciatori indomabili sono forniti di becco molto adunco e artigli lunghi e sottili, zampe lunghe e una vista eccezionale.

Rapaci Notturni

Rapaci Notturni

Per quanto invece riguarda gli Strigiformi ossia i rapaci notturni, essi sono attivi soprattutto di notte, hanno una conformazione fisica totalmente diversa dai rapaci diurni in quanto totalmente diverso è lo stile di vita di questi rapaci.

Ad essi fanno parte tutti i tipi di gufi, allocco, civette, assiolo, gufo delle nevi e via dicendo. (nella foto qui a lato un Gufo Reale Fonte: web)

Presentano ali larghe e medio lunghe con le parti esterne, delle remiganti, frangiate che permette loro di non fare alcun rumore durante il volo. La coda e piccola e larga.

Le zampe sono sempre coperte fino agli artigli o da peluria o da piume ed hanno la particolarità di avere due dita rivolte in avanti e due rivolte in dietro (nei rapaci diurni invece tre avanti e una dietro) in modo da non lasciare via di scampo ai topi o arvicole, dieta di tutti gli strigidi.

I loro occhi sono grandi, frontali atti a scrutare le tenebre nella ricerca della preda.

La loro faccia appare come schiacciata, in realtà sono delle piume intorno ad essa che prendono la forma di un disco a dargli queste sembianze.

Queste piume hanno una funzione molto importante nella vita dei rapaci notturni, servono infatti ad indirizzare qualsiasi suono o rumore verso il padiglione auricolare.

Nell’oscurità della notte infatti la vista non giova a nulla o a ben poco così che l’evoluzione di questi rapaci ha perfezionato il loro udito rendendolo ultra sensibile.

Un barbagianni riesce a sentire il rumore provocato dal rosicchiare di un topolino in un granaio distante 1 Km.

Anatomia dei Rapaci

Fatta questa breve parentesi sulle famiglie dei rapaci (ho detto breve perché ce ne sarebbe da scrivere, ma verrà scritto tutto sulle schede di ogni specie) passiamo a dire brevemente come è formato un rapace.

Parleremo della vista, dell’udito, insomma una breve parentesi che di certo non fa male a nessuno ma che anzi può sicuramente aiutare a capire di più questi uccelli.

Anatomia generale della testa: la testa dei rapaci è compatta e aerodinamica.

La parte superiore della testa prende il nome di calotta.

Lateralmente invece si nota la Redine,cioè la linea tra la commessura del becco e l’occhio.

Sotto l’occhio vi è la guancia, il cui piumaggio posteriore copre il foro uditivo.

Sia durante gli spostamenti in volo che a terra, il rapace tende sempre a mantenere intatta la posizione della testa rispetto allo spazio.

Questo per mantenere intatta l’efficienza dell’organo dell’equilibrio, cioè il labirinto non acustico presente nell’orecchio osseo.

Infatti a qualsiasi posizione del corpo forzata o non, si vedrà il rapace cercare di mantenere la testa sempre diritta rispetto allo spazio, questo consente di non far variare odi non annullare l’efficienza dell’organo dell’equilibrio di cui sopra.

Becco: Il becco, caratteristica che accomuna tutti i rapaci, è appiattito alla base ed è caratterizzato dalla forte curvatura della mascella superiore.

Questo presenta, alla sua base, un inspessimento cartilagineo chiamato cera di colore giallastro o grigio a seconda della specie in cui si trovano le narici.

Il becco nella maggior parte dei falconidi rappresenta l’arma con cui si uccide la preda.

Esso infatti presenta,nei falconiformes, il detto “dente”, una sporgenza presente sulla mascella superiore nel punto della sua massima curvatura e che serve appunto a spezzare le vertebre cervicali della preda.

Negli accipitridi infatti la preda viene uccisa esclusivamente con gli artigli, più sviluppati e potenti di quelli dei falconidi e il becco ha la funzione esclusiva di aprire la carcassa e di strappare da essa pezzi di carne per cibarsene.

Olfatto: di certo questo senso è quello meno sviluppati nei rapaci, ma non inesistente.

Infatti tranne alcuni avvoltoi come l’avvoltoio tacchino, in grado di sentire gli odori con capacità associativa, nella restante gamma di uccelli compresi i rapaci questo senso è molto poco sviluppato in quanto non strettamente necessario per le funzioni di primaria sopravvivenza.

Vista: senza dubbio questo è il senso più sviluppato e che caratterizza e rende unico tutto il ramo dei rapaci.

Non per niente infatti vi è il detto “vista da falco”! L’occhio nei rapaci è l’organo più sviluppato, di proporzioni enormi rispetto alla testa, protetto dall’arcata sopraccigliare che conferisce al rapace il classico sguardo cattivo e quell’espressione d’irresistibile bellezza misto tra il fiero e il selvaggio.

L’iride si presenta scura e brillante come in tutti i falconiformi o colorata che varia dal giallo all’arancio o al marrone degli accipitridi. Come l’uomo ed altri esseri viventi, i rapaci possiedono la capacità di vedere a colori avendo nella parte posteriore dell’occhio dei coni sensibili alle gamme di colori e alla variazione dei toni luminosi (capacità di vedere anche con poca luce).

Essi hanno anche una risoluzione dell’immagine maggiorata rispetto a noi umani potendo vedere una gamma più vasta di colori e che riescono a vedere nell’ultravioletto (vedono infatti colorato alcuni tipi di piumaggio che a noi potrebbe apparire grigio).

I gheppi, per esempio, riescono a scorgere il passaggio di un’arvicola vedendo le tracce ultraviolette lasciate dalle loro urine.

Nei rapaci questi coni sono molto concentrati e quindi hanno un potere di risoluzione dei dettagli maggiore rispetto a quella dell’uomo (fino a 8 volte di più). Inoltre mentre noi possiamo vedere a fuoco solo una parte del campo visivo, i rapaci hanno due punti focali (o fovee) su ogni occhio, collegate da una striscia orizzontale di tessuto sensitivo.

Una di queste fovee, quella centrale, guarda verso l’esterno ed è adattata per individuare i piccoli movimenti.

L’altra fovea, quella temporale, invece guarda in avanti e possiede una risoluzione dei dettagli molto maggiore, anche perchè funziona in visione binoculare accoppiata con la temporale dell’altro occhio.

La striscia sensibile che collega una fovea all’altra, infine, viene utilizzata per la scansione cioè per l’esplorazione visiva.

I rapaci hanno una acutezza visiva doppia rispetto alla nostra.

Usando la sua fovea temporale e la visione binoculare, insieme ai movimenti in alto e in basso della testa i rapaci possono costruire un immagine dettagliata e stereoscopica di ciò che stanno vedendo e riescono a percepire molto bene anche le distanze.

I rapaci hanno circa 45 ° di visione binoculare eun campo visivo di ciascun occhio di 175°. Insomma, in poche parole nulla sfugge agli occhi di un rapace, a meno che questo non venga da dietro.

I rapaci, come tutti gli esseri viventi (tranne il camaleonte) hanno un angolo cieco dietro la testa di circa 65°.

I rapaci possono vedere delle cose che sono molto più vicine nel tempo rispetto a noi.

Per esempio, la televisione: essa è stata progettata per la visione umana e non mostra una immagine intera, ma è praticamente un punto che si muove rapidamente e che inganna l’occhio umano facendogli credere che quella sia una immagine; la televisione mostra più o meno 35 immagini al secondo, che l’occhio umano trasforma in una immagine mobile perchè esso può solo vedere circa 20 eventi per secondo. Questo fenomeno è chiamato Flicker Fusion Frequency (FFF); I rapaci hanno una FFF di 70-80 eventi al secondo e quindi avrebbero difficoltà ad interpretare la televisione.

E’ anche facile capire perchè i rapaci abbiano una frequenza così elevata: i rapaci che cacciano a velocità elevate le prede, magari in zone ricche di ostacoli e vegetazione, devono essere capaci di vedere quanti più dettagli possibili per ogni centesimo di secondo.

Una libellula, per esempio, ha un FFF di più di 300 eventi al secondo, e un cervello in grado di elaborare ad altissima velocità queste informazione; un Lodolaio (Falco subbuteo) che cerca di catturare una libellula ha bisogno di avere una reazione altrettanto rapida altrimenti non riuscirebbe a catturarla.

E’ questa rapida reazione agli stimoli che rende gli Accipiter dei predatori così efficienti. Del resto, un Accipiter (per esempio un Astore o uno Sparviere) vive in zone ricche di vegetazione e di ostacoli, dunque ha sempre pochissimi secondi di tempo da quando individua una preda per poterla catturare, così, durante i velocissimi voli di inseguimento diretto tra la vegetazione deve poter distinguere e vedere perfettamente tutti gli ostacoli per evitarli.

Udito: L’orecchio, foro presente dietro la guancia, è ben visibile solo negli avvoltoi che hanno collo e testa nudi(senza piume) per non imbrattarsi di sangue o carne putrefatta nell’immettere la testa all’interno di carcasse per cibarsene essendo necrofagi.

Nei rapaci, questo foro è nascosto dalle piume della guancia.

L’udito nei rapaci e più sviluppato del nostro e consente di udire frequenze di suoni più alte di quelle umane toccando anche alcune gamme di ultrasuoni.

L’orecchio però non ha solo funzione uditiva, cioè al rapace non serve solo ad ascoltare ma anche a stare in equilibrio.

Il senso dell’equilibrio, cioè la capacità del rapace di tenere la testa ferma in una stessa posizione dello spazio anche se il corpo si muove o assume posizioni innaturali e dato in gran parte dall’orecchio osseo presente nel cranio del rapace e che conferisce allo stesso un eccezionale senso dell’equilibrio.

Un Gheppio, per esempio, che sta facendo lo “spirito santo” (quando cioè il rapace riesce a rimanere immobile nell’aria sbattendo le ali controvento) riesce a tenere la testa perfettamente immobile nonostante il corpo si muova per l’inerzia dovuta allo sbattere delle ali.

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