L' imprinting è un problema reale?

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Neda
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Iscritto il: 12 agosto 2007, 17:58

L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da Neda »

Forse questo mio post è un pò fuori luogo in questa sezione, ma visto che riguarda i nidiacei mi è sembrato più adatto inserirlo qui.
Lo scorso anno trovai un passerotto che a differenza di altri che avevo allevato gli anni precedenti, presentava problemi a una zampina e al piumaggio. Così chiamai un ornitologo del recupero Fauna Sevatica. Glielo feci vedere, (per fortuna non me lo portò via) e in quell' occasione mi disse che gli uccellini è meglio liberarli un giorno prima piuttosto che uno dopo, per non rischiare di imprintarli.
Non mi sognai nemmeno di dargli retta, basta l' istinto di 'mamma adottiva' per capire che non bisogna avere troppa fretta di liberarli. Per mia esperienza, un giorno in più che passa con noi non può nuocere a questi piccoli, piuttosto aumenta le loro possibilità di sopravvivenza.
Poi la questione dell' imprinting...chiunque abbia allevato un uccellino potrebbe testimoniare che è una paura pressocchè infondata, la Natura ha un richiamo troppo forte.
Da quel che ho letto può riguardare solo alcune specie tipo le anatre e le oche e comprendere qualche caso particolare in altre.
Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate e le vostre esperienze in merito, mi appello in particolar modo a Cellina che di uccellini ne ha tirati su tantissimi al centro Lipu.
Grazie :D


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Poepila
Messaggi: 3952
Iscritto il: 26 marzo 2005, 18:30

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da Poepila »

:lol: :lol:

Penso di aver salvato la Pelle a tanti soggetti sempre Volatili.
Ma quando davo a loro la libertà, non si sono mai girati a dirmi
grazie. Al massimo si fermano al primo ramo, e restano per poco
tempo poi via.
Diverso e il discorso delle OCHE, abbiamo i filmati che dice TUTTO
di questi animali. Ma anche il percorso che uno deve fare per cercare
di aver quell imprinting da questi animali.

:) :)
[b][color=#FF0000]Io sono resterò un misero allevatore..(sono gli
altri i veri allevatori[/color][/b]
[b]OCCHIO al Lupo cattivo dal nome ALLEVATORE[/b]
pompeleflavio
Messaggi: 745
Iscritto il: 27 gennaio 2008, 19:00

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da pompeleflavio »

Ciao,
il tema è molto molto diffcile, risposte certe e senza contro non se ne possono dare.
E ' dimostrato comunque che per uccelli nidifughi (ovvero uccelli che nascono con piumino attorno al corpo,con occhi già aperti, e abbandonano il nido al secondo terzo giorno di età al max, "classificazione di Margaret M.Nice) siano più soggetti al fenomeno.
Ora, tra gli uccelli che si ritrovano nel forum, sono solo ndicoli perciò il grado di imprinting doverrebbe essere molto minore.
Tutto dipende sostanzialmente dal tempo con cui si sta con l'animale e da come viene trattato.
Col discorso che fai, sul fatto di tenerli un giorno di più piuttosto che uno in meno per garantire al pullo più sicurezza non è pienamente corretto :shock: Intanto non è un giorno che fa la diferenza, semmai una settimana di più avrebbe più effetto.
Poi tenenedolo di più, non si rende l'uccello ancora più forte.Parlando di pulli, sani, quindi non feriti, si liberano nelle giuste scadenze di maturità che impone la natura.O meglio si lascia quando si è sicuri che si alimenta bene autonomamente e che voli sufficientemente.
Ora con imprinting si è soliti pensare che dopo gli uccelli, si comportino come "pappagalli", che vengono quasi in mano...ecco sicuramente avranno meno timore dell'uomo questo è certo.Esempio :solo il fatto di offrire cibo in inverno, comporta a imprinting...guardate i paesi nordici..le cincie vengono in mano.Ma la pericoli, ne corrono garn pochi, rispetto qui in Italia.
Meglio a mio parere dunque instaurare rapporti poco affetuosi con i pulli, qualunque sia la specie.Rispettare i tempi, e cercare di abitiuarli al mondo esterno nel modo più naturale possibile.
Perciò fare sempre attenzione, e qualche volta lasciare da parte il nostro sentimento "coccolone" e "affetuoso", cosa che può influenzare negativamente il futuro del pullo.
Ciao
Flavio
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Neda
Messaggi: 391
Iscritto il: 12 agosto 2007, 17:58

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da Neda »

pompeleflavio ha scritto:Col discorso che fai, sul fatto di tenerli un giorno di più piuttosto che uno in meno per garantire al pullo più sicurezza non è pienamente corretto Intanto non è un giorno che fa la diferenza, semmai una settimana di più avrebbe più effetto.
Be', non intendevo certo intendere 24 ore. Ho solo usato un modo di dire, pensavo si capisse :roll:
pompeleflavio ha scritto:O meglio si lascia quando si è sicuri che si alimenta bene autonomamente e che voli sufficientemente
Il concetto che volevo esprimere è che più tempo ha a disposizione più il pulletto riuscirà a collaudare e potenziare le sue capacità di autonomia. La sufficienza nel volo mi sembra un pò bassino come voto :lol:
Ho sempre coccolato i piccini che hanno avuto la fortuna di essere soccorsi (non potrei proprio farne a meno :oops: ) , tuttavia questo non ha mai impedito loro di andare via senza rimpianti, come il passerotto dell' anno scorso nonostante lo tennetti 2 mesi.
Ciao
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oriana
Messaggi: 2138
Iscritto il: 25 aprile 2005, 8:57

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da oriana »

mah..dopo 6 anni ninni ha ancora voglia di uscire dalla finestra ed andarsene per conto suo
credo che l'istinto a volare via non finisca mai, però non sono sicura che dopo tanto tempo saprebbe cavarsela.
suppongo però che una breve detenzione non tolga nessun istinto innato. (se nati da genitori liberi ovviamente)
Non ho le ali ma se ascolti bene sentirai il mio cuore che freme per te
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rossella
Messaggi: 1384
Iscritto il: 8 luglio 2005, 22:07

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da rossella »

io credo che non sia la settimana in più che l'uccellino trovatello soggiorna nella nostra casa che fa la differenza in termini di sicurezza e adattamento dopo la liberazione. la cosa più importante, invece, è liberarli quando sono davvero pronti e scattanti nel volo, che sappiano mangiare da soli e che la liberazione avvenga in luoghi dove ci sono altri uccelli simili alla loro specie dai quali possono apprendere determinati comportamenti e strategie utili alla loro sopravvivenza.
Il passero mattugia di cui mi sono presa cura non riusciva a capire che nel beverino ci fosse dell'acqua a disposizione. Per dargli da bere riempivo la siringa direttamente dal beverino e cercavo di farlo accertandomi che lui mi guardasse. In poco tempo si è avvicinato a quello strano oggetto cilindrico e si è abbeverato da solo.
Bisognerebbe comunque sempre evitare comportamenti che favoriscono l'imprinting verso tutte le specie di uccelli e crescerli limitandosi a soddisfare i loro bisogni primari cercando di eseguire alcune operazioni come farebbero in natura se vivessero coi loro veri genitori (come l'episodio dell'acqua che ho raccontato prima o frantumando in sua presenza una spiga di grano e porgergli il seme), cercando di accudirli tenendo conto delle loro abitudini (scatola in penombra per i rondoni, per es.), cercando di tenerli lontani da cani e gatti ecc.
parlando con alcuni allevatori ho dedotto che gli uccelli nati liberi si adagiano alla condizione di cattività dopo diversi anni e ci sono uccelli che seppur nati in cattività si adattano perfettamente alla nuova condizione di libertà (i fuggitivi)...le eccezioni ci sono e dipende anche moltissimo dalla specie. è noto ormai da tempo che tanti pappagalli fuggiti dalla cattività vivono e si riproducono con facilità in alcuni paesi d'italia. una ragazza della mia città ha osservato una coppia di canarino e verdone che aveva nidificato sull'albero di fronte al suo balcone. a noi potrebbe sembrare incredibile ma gli uccelli hanno un fortissimo e veloce spirito di adattamento perciò non si dovrebbe mai pensare che vivrebbero meglio con noi perchè hanno vissuto in casa per settimane o addirittura mesi ma bisogna sempre liberarli per dare loro la possibilità di integrarsi nei loro habitat e garantire il perpetuarsi delle generazioni.
[color=#BF0000][b]ELENCO CRAS[/b][/color] (copia e incolla il link nella barra degli indirizzi)
[color=#008000][b]http://www.hobbyuccelli.it/sos_nidiacei/centro-recupero-animali-selvatici.php[/b][/color]
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muk
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Iscritto il: 23 maggio 2007, 18:04

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da muk »

secondo il mio modesto e inesperto parere gli uccelli devono essere liberi e difficilmente loro stessi si abituano alla cattività
il loro istinto li tiene selvatici per sempre!
la mia esperienza con piccoli trovati e poi liberati mi ha fatto capire come siano insofferenti alle "sbarre"!!
e come non si abituino mai all'uomo infatti appena sono cresciuti e si alimentano da soli evito la mia presnza allo stretto necessario e dopo un paio di giorni di "solitudine" mi vedono già come un pericolo!!
l'unica eccezione è stata una gazza che ho liberato a malincuore perchè anche dopo giorni contiunava a seguirmi in casa
ovunque per starmi in braccio e farsi fare due coccole o per rubarmi gli orecchini. :D :D
secondo me tutti tutti i volatili dovrebbero volare liberi nel cielo del loro habitat
ma a volte il nostro egoismo prevale sulla loro felicità ........................................................
[size=150]Più conosco gli uomini... [/size][color=#BF0000][size=200]più amo gli Animali[/size][/color]
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Neda
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Iscritto il: 12 agosto 2007, 17:58

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da Neda »

Per quello che ho vissuto io con i passerotti, il legame temporaneo con l' uomo è sentito più o meno anche a seconda del loro carattere,perchè anche loro come noi sono diversi di temperamento uno dall' altro.
Posso riportare un confronto in particolare tra due passerotti che allevai.
Il passero Kiù maschio lo tenetti 2 mesi. Non riusciva a volare perchè aveva problemi con le penne di un' ala e dovetti aspettare che compisse la prima muta e che le penne nuove crescessero a sufficienza.
Una volta libero, restò poco tempo nei confini del mio giardino,poi volò via e non lo rividi più.
La passerottina Kiky restò con me 11 giorni e quando la liberai, un giorno intero passò con lei che faceva piccoli voletti e poi tornava indietro, sù e giù, e ritornava sulla spalla. La notte dormì sul tetto di casa e la mattina presto di nuovo eccola lì. Prima di andare al lavoro la accarezzai, ma già la diffidenza era nata in lei e me lo permise con poca convinzione.
Quando tornai mio papà mi riferì che aveva fatto un' altra visitina in terrazza ma non si lasciò toccare, poi non si fece più vedere.
La Kiky condivise l' esperienza dell' uomo con un passerotto maschio arrivato 3 giorni dopo di lei e liberato lo stesso giorno, che volò via senza rimpianti.
Alla fine comunque lo stesso epilogo per tutti:il richiamo di Madre Natura :D
Cellina
Messaggi: 63
Iscritto il: 12 novembre 2006, 20:11

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da Cellina »

Mentre prestavo il mio lavoro di volontariato alla LIPU, ho appreso che l'imprinting è molto forte nei RAPACI (infatti, nei Centri di Recupero li imboccano usando un guanto con le sembianze del rapace-genitore), e il veterinario di turno mi diceva che i rapaci imprintati diventano molto agressivi.
Invece, per quanto riguarda i passerotti e i rondoni, mi dissero che sono 2 specie che difficilissimo si imprintano. Ho anche avuto una prova di conferma: l'anno scorso ho allevato un passerotto che era veramente implume e con gli occhi chiusi...la prima cosa che a visto aprendo gli occhi sono stata io, dunque...imprinting assicurato!! Una volta cresciuto, l'ho liberato nella stanza insieme con un nidiaceo di verdone....avevano tutt'e 2 la stessa età, più o meno. Ebbene, il passerotto fremeva le ali e volava dietro al verdone, chiedendogli cibo!! Da quel momento, ha iniziato a essere diffidente verso di me, col tempo non sono più riuscita a toccarlo.... Evviva! Pericolo scongiurato.

Una bella esperienza l'ho avuta con una cinciallegra. L'ho allevata da piccola e poi l'ho liberata nel mio cortile condominiale, ci sono un po' di alberi intorno.... Per un mese e tornata nel cortile e reclamava a gran voce il pasto...e io scendevo con le camole del miele, anche lei scendeva su un ramo più basso, e la imboccavo, con gran stupore dei miei vicini!!
Poi i mesi passavano, lei era sempre più indipendente, non prendeva più le camole dalle mie mani, ma entrava in casa dalla finestra e le rubava dal tavolo, volando poi via. Durante l'inverno non si è vista, e io ho pensato con tristezza che fosse morta.... INVECE, in primavera, ecco una cincia adulta che entra dalla finestra, si mette sul tavolo, freme le ali e mi chiede cibo!! La "mia" cincia!!!!! Stentavo a crederci! Il giorno dopo è arrivata con il compagno, un'altra cincia che stava a debita distanza. Per farla breve: questa cincia è visuta 12 anni, faceva 3 covate all'anno, mi portava anche i piccoli sul balcone, e col tempo non si fidava più di entrare in casa, si fermava sulla ringhiera del balcone e reclamava con diversi richiami le camole -io gli mettevo un piattino con camole sul balcone e così riusciva ad avere sempre cibo per i suoi piccoli. Da quest'anno non viene più....sigh....(sarà sicuramente morta di vecchiaia!) però è vissuta una bella vita (12 anni non sono pochi!), libera, ha avuto sempre cibo, ha allevato tantissimi figli....
P.S.: Secondo me, durante il primo inverno (quando io la davo per morta), qualcuno forse l'ha presa e l'ha tenuta in gabbia e poi in primavera l'ha liberata.... Che storia, che avventura! Che mitica cincia!

Come conclusione, mi sentirei di dire che tutti questi nidiacei che noi alleviamo e poi liberiamo, hanno comunque una vita più lunga e più facile se rimangono vicini all'uomo...cioè se vengono liberati nel giardino di casa. Poi sceglieranno loro se allontanarsi o no.
Ho un'amica a Spezia che ha allevato tante tortore, le ha liberate tutte dal suo balcone, ma....solo una è tornata e da 3 anni continua a venire in casa per mangiare le granaglie. E' sempre accompagnata dal marito-tortora e ogni tanto la si vede in compagnia di un tortorino....dunque anche lei si riproduce con successo! Quello che volevo dire è questo: non sapiamo che fine hanno fatto le altre tortore, quelle che non sono tornate, ma di quest'ultima siamo sicuri che avrà una bella e lunga vita davanti, perchè ha scelto di appoggiarsi all'uomo, allo stesso uomo che con amore l'ha allevata.... Dunque, direbbe qualcuno, questi nidiacei rimangono sempre un pochino dipendenti dall'uomo, per tutta la loro vita (purtoppo...). Eccezione fanno i rondoni, i balestrucci e le rondini, cioè quelli uccelli che si alimentano in volo, dove il cibo non scarseggia mai!
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Neda
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Iscritto il: 12 agosto 2007, 17:58

Re: L' imprinting è un problema reale?

Messaggio da Neda »

Grazie mille Cellina della tua risposta!!!! :D :D
Non vedevo l' ora di leggere le tue esperienze,immaginavo ne avresti raccontate delle belle!!!
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Che storia meravigliosa quella della tua cincietta.Sembra una favola.E' la concretizzazione delle speranze segrete che in fondo in fondo hanno tutti quando si trovano ad accudire un nidiaceo. :wink:
Credevo invece fosse più facile e scontato il connubio tortora-uomo, dal momento che queste ultime appartengono alla stessa famiglia dei colombi, che da sempre hanno un rapporto simbiotico con l' uomo come si vede nelle città. :roll:
Evidentemente a prescindere dalla specie, questi uccelli cresciuti da mano umana, optano per una scelta individuale, dettata non per ultimo, dall' individuazione consapevole e riconosciuta di una situazione a loro favorevole, di comodo, da sfruttare per i loro bisogni e quelli della loro famiglia, pur conservando appieno la propria autonomia e libertà. Questi opportunisti! Chiamali stupidi!
:lol: :lol: [smilie=041.gif] [smilie=041.gif]
Una altra storia insolita che posso raccontare, non per esperienza diretta, è quella di un passero che l' anno scorso era solito recarsi nell' appartamento di mia zia a reclamare briciole di biscotto e le saliva anche in mano, così diceva lei. Ora non so se vada più, non ho più avuto modo di chiederglielo, ma mi informerò.
Chissà se quel passero ha avuto una ''mamma umana'' o ha semplicemente individuato il vantaggio risolvendo l' equazione in:
uomo=cibo :mrgreen: :lol: :lol: :mrgreen:
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