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Salve ,vorrei alcuni consigli a riguardo di una cinciallegra che ho salvato da morte certa.Era piccolissima,l'ho nutrita ed ora è cresciuta e vola quasi sempre libera per casa.Penso che stia molto bene perchè mangia ,ormai da sola,beve si fa il bagno e canta in continuazione.Tengo a precisare che vivo in un piccolo paese in Grecia e non riesco atrovare nulla di molto specifico per nutrirla.L'unica cosa che ho è un pastoncino per insettivori.Io completo l'alimentazione con qualche mosca,della frutta e qualche vermetto.Il problema è che mi sto affezionando a questa meravigliosa creaturina,pensate che le ho dato un nome e quando la chiamo mi risponde.In questo momento sta saltellando sui tasti del compiuter e mi becchetta.So che non è giusto tenerla in csa e che devo darle la libertà al più presto.La sera e la mattina presto la metto in una gabbietta sul balcone e dagli olivi arriva sempre una cincia come lei e si posa sulla gabbia.Forse è la madre?L'aiuto che chiedo è:a che ora sarebbe meglio che la lasciassi volare via? Se le metto una casetta sul balcone c'è la possibilità che torni?Per finire,se la tengo ancora un pò con me poi sarà piu difficile per lei adattarsi?
In attesa di una risposta che possa aiutarmi vi ringrazio e vi faccio i complimenti per il vostro lavoro
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E' sempre piuttosto rischioso liberare uccelli imprintati sull'uomo, ed inesperti sulla vita allo stato di Natura. Sarebbe come prendere un ragioniere di Milano e metterlo nella giungla del Mato Grosso, o prendere un indigeno del Borneo e portarlo in una città moderna e pretendere che possa sopravvivere facendo il programmatore di computer. Questo per semplificare. Io non so se la cincie in genere presentino questi problemi in maggiore o minore entità, ma se mi scrivi che risponde al nome e comunica con gli umani, penso che sarà un po' problematico. Bisognerebbe sentire qualcuno degli addetti alla protezione della Natura in Grecia e sentire cosa ne pensano. In teoria ogni animale è reinseribile, ma non è sufficiente aprire la gabbia, bisogna che l'animale compia un "percorso", altrimenti la sua sopravvivenza è a rischio.
Inoltre va tenuto presente che le romanticherie cretine non hanno nessun valore reale, un uccello usa le ali per sottrarsi ad un pericolo o per recarsi in un certo luogo, ma non ha nessun "rimpianto" romantico per la perduta libertà. Prova certa è che il 99% dei soggetti che sfuggono alla gabbia tentano poco dopo di ritornarvi, ma a questo punto intervengono molti fattori disturbanti (perdono la via, incappano in predatori, finiscono sotto ad un'automobile, soccombono allo stress, si infilano nel posto sbagliato, ecc.) e quindi quelli che riescono effettivamente a ritornare alla gabbia sono pochi.
Suggerisco di non agire "impulsivamente" e di non ascoltare persone che soffiano su possibili sensi di colpa, ma cercare l'unica direzione giusta da percorrere, che è quella del massimo benessere che si può in questo momento procurare all'animale, e sentire contemporaneamente esperti sul posto che possano spiegare bene quale sia un possibile percorso di reintroduzione senza traumi dell'animale stesso in Natura. Altro discorso da valutare è la legislazione Greca sulla detenzione di specie selvatiche, per cui bisognerà mettersi al riparo da eventuali possibili complicazioni legali. Il fenomeno dell'imprinting degli Uccelli inizia subito dopo la nascita, varia da specie a specie, e può modificarsi nel corso del tempo, quindi in teoria, più l'animale resta presso l'uomo, più difficile sarà la sua reintroduzione, ma la cosa non ha comunque nessuna importanza, dal momento che, se esso viene liberato anche molto presto, comunque non vi sono garanzie sulla sua sopravvivenza. Inoltre, molte malattie, soprattutto virali, veicolate da parassiti, possono colpire i soggetti soprattutto durante la loro prima estate di vita, quindi la permanenza presso l'uomo potrebbe salvarli in caso di infezione, mentre nell'ambiente nessuno li curerebbe, quindi non vedo l'argomento "urgenza" come fondamentale, anche se sì, in teoria più rimane presso di te, più sarà lungo il percorso.
Grazie della tua risposta,mi ha dato coraggio,perchè come dici tu mi sentivo un pò in colpa.Cercherò di fare tutto il possibile per far del bene a questa piccola,magica creatura.Per quanto riguarda gli aiuti,i centri per la reintegrazione degli uccelli sono tutti molto lontani da me ,ho chiamato e mi hanno detto di spedire l'uccellino in una scatola e con l'autobus,non ci penso proprio e per la legislazione ,direi che praticamente non esiste.
Ancora grazie
Aliki
Ad ogni modo, comunque, a parte l'autobus con la scatola, suggerirei di cercare di saperne di più su come viene fatta un'ipotetica reintroduzione, sperando che di effettivo percorso reintroduttivo si tratti.
Dico questo poiché è capitato ad una persona che conosco bene di recuperare un soggetto giovane dopo un forte temporale. La Legge Italiana è severissima sulla detenzione di specie selvatiche, poco manca alla pena di morte...
Su richiesta del mio amico ho parlato quindi con dei volontari di un'organizzazione di salvataggio, recupero e cura di uccelli selvatici, ma questi mi hanno detto che un soggetto così piccolo, di una specie non minacciata di estinzione, e di difficile e problematica reintroduzione, avrebbe finito per fungere da cibo per i carnivori pregiati del Centro. Ciò è consentito dalla Legge stessa.
A questo punto puoi immaginare che consiglio ho dato al mio amico.
Il soggetto vive in una volieretta, con una femmina acquistata della stessa specie, anellata e di regolare detenzione, si è riprodotto, e probabilmente sta anche meglio che in una reintroduzione più o meno traumatica, e sicuramente molto meglio che nello stomaco di un gufo. Mi rendo conto che ci possano essere risvolti, in Italia, di apologia di reato, ma la mia opinione è che la nostra Legge andrebbe modificata a somiglianza di quella vigente in Spagna, molto più moderna e meno intrisa di ideologia. E ovviamente lo dico e lo scrivo, poiché le opinioni possono essere liberamente espresse.
Se la Grecia semplifica tutto quanto, io non sarei così ansioso di vedere un animaletto che prima ho salvato da morte certa finire nell'antipasto di un falcone. In ogni caso, puoi attendere, informarti al meglio e poi decidere.
Sinceramente ogni giorno che passa mi affeziono sempre di più a questo animaletto che vola libero dentro casa e mi segue ad ogni passo.Neanche io vorrei che finisse in pasto ad un gufo,e qui dove vivo ce ne sono molti.Forse lo terrò con me e quando,per sbaglio,aprirò la zanzariera ,forse lui non vorrà allontanarsi.Pensavo anche di prendere una gabbia molto grante per farlo sentire a suo agio quando non posso tenerlo in libertà.Vedremo,troverò un sistema.Pensa che quando ero ragazzina e vivevo in Italia,trovai una merla caduta da un nido,con una zampetta rotta.L'ho cresciuta e ha vissuto felice con me per quasi venti anni.Spero di poter aiutare nel migliore dei modi anche la mia bella cinciallegra.
Per quanto riguarda la pena di morte...altri la meriterebbero qui in Grecia.
Saluti e grazie
Aliki