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Intervista a Silvio Iadanza, allevatore di Diamanti Mandarino e Passeri del Giappone

Come è nata la sua passione per l’ornitologia ed in particolare per l’allevamento degli uccelli domestici?

Correva l’anno Domino millenovecento…no, scherzo!!! …ho iniziato, penso, come hanno iniziato in tanti, con un papà che, negli anni settanta, costruiva, in legno e rete metallica, una voliera bella capiente per ospitare tutta una serie di fringillidi che reperivi in giro nei mercatini rionali di allora; la svolta invece, la cosidetta passione, c’è stata negli anni’80, allorchè, con quel tanto di esperienza acquisita mi lasciavo incuriosire da un canarino inglese, il lizard; ma poi mi viene chiesto di correre in aiuto di un canarino bianco tenuto in cucina, errore gravissimo, che respirava in modo “affannoso”.

Quel canarino è stato il capostipite del mio ceppo di canarini di colore lipocromici, fino a quando ad un’esposizione, Faenza, ho avuto un vero è proprio impatto con una piccola lonchura, il passero del giappone, ma devo anche dire che molto ha inciso il dove ho trascorso la mia infanzia, in un meraviglioso parco dove fauna e flora mediterranea si fondono in un fantastico tutt’uno.

Quali specie alleva e perchè?

Dopo che per anni ho allevato canarini, da qualche anno a questa parte mi dedico esclusivamente a specie domestiche esotiche, in particolare al passero del giappone, come precedentemente accennavo, e il diamante mandarino, ma da come ho sempre condotto il mio allevamento, ad una o due specie di base, affianco, con una o due coppie, qualche altra specie che ruba la mia curiosità, e come ogni anno anche quest’anno ho aggiunto un’altra specie, il diamante guttato…e quindi faccio esperienza, allargo la mia conoscenza, per cui in allevamento ci sono anche una o due coppie di becchi di piombo, becco d’argento, di cappuccino testa bianca, di lonchura nana, di donacola petto bianco, di mandarino di Timor, un’allegra “brigata” multicolore.

Foto 1 Alcuni soggetti di Diamante Mandarino allevati da Silvio Iadanza. Foto Hobby Uccelli - All. Silvio Iadanza
Foto 1 Alcuni soggetti di Diamante Mandarino allevati da Silvio Iadanza.
Foto Hobby Uccelli – All. Silvio IadanzaGrigio oo.nn. (mon) e . coppia di diamante mandarino maschi Grigi. Foto Hobby Uccelli – All. Silvio Iadanza

Ora, rispondere del perché allevo una determinata specie anziché un’altra mi risulta un po’difficile, son di quelle cose che senti e non ti chiedi un perché, oppure se lo fai cerchi di dare, prima a te stesso e poi agli altri, una spiegazione plausibile, e nel mio caso, con il passero del giappone e il diamante mandarino, posso dire di aver avuto modo di poter scegliere tra le innumerevoli mutazione che questi due piccoli grandi esotici ci hanno regalato, ecco, forse questa puo’ essere una spiegazione plausibile, ho scelto, tra l’altro, queste due specie, percè hanno un bagaglio genetico immenso.

Partecipa alle mostre ornitologiche? A quali ha partecipato e che risultati ha ottenuto?

Partecipo da diversi anni alle mostre ornitologiche, negli anni scorsi con i canarini e in questi ultimi anni con gli esotici, e penso che sia importante per poter dare al proprio “lavoro di selezione” un appunto su cui riflettere per migliorare.

Adesso, fare un vero è proprio elenco delle mostre a cui ho partecipato e dei risultati conseguiti mi risulta un po’ complicato, ma posso riassumere con gli ultimi risultati, quella della passata stagione, con un’Internazionale vinto e la soddisfazione di un Campionato Italiano di ornicoltura.

Dove è localizzato e come è strutturato il suo allevamento?

In cantina come suol dirsi… un seminterrato appunto, vecchio deposito di cianfrusaglie di famiglia, ma aprendomi un varco tra la roba depositata e istallando qualche lampada qua e là, sono riuscito a ritagliarmi uno spazio sufficiente per poter sistemare qualche gabbia; allevo a luce artificiale, però in compenso sono in un locale, che nonostante è un seminterrato, riesce a mantenere una temperatura pressoché costante tutto l’anno, e ha un buon grado d’umidità.

Allevo in piccole batterie a 4 da 45 cm., messe uno accanto all’altra su di una “cavalla”, distanziate solo quel tanto che basta per poter inserire i nidi sui laterali, questo per i passeri ed i mandarini, per le altre coppiette “sparse” dedico una sistemazione piùconsona a seconda della specie, esempio, per il diamante guttato uso una gabbia da sessanta o novanta, per il becco d’argento vanno benissimo le batterie da 45 come per il passero e il diamante mandarino e così discorrendo, tutto il resto del parco gabbie sono volierette o batterie atte ad ospitare i novelli o quelli a “riposo”.

Secondo lei quali sono i requisiti ambientali ed igienici che un buon allevamento dovrebbe possedere?

Il benessere dei nostri uccelli da voliera viene raggiunto veramente con poco, sono animali meravigliosi, ma questo veramente poco deve essere fatto, la storia sta tutta qui; un ambiente salubre, una ordinaria igiene ed una buona alimentazione sono più che sufficienti, ma bisogna averle e “accudire” i ns. piccoli alati tutti i giorni…un buon ambiente deve essere ben areato, avere un buon grado d’umidità, una discreta temperatura, e non permettere che vi siano al suo interno correnti d’aria,ad esempio non si deve mai sottovalutare cio’ che puo’ creare in un ambiente l’aver contemporaneamente una finestra ed una porta aperta.

Quali sono i criteri che utilizza per la selezione dei propri soggetti per la formazione di una propria linea di sangue?

Devo dire innanzitutto che la prima scelta cade sulla “salute”, un buon riproduttore deve essere in un eccellente stato di salute, a cui affianco una buona attitudine all’allevamento, un buon riproduttore deve essere in grado di allevare la propria prole, ed infine allestisco la coppia puntando sulla compensazione dei propri difetti, e raro che scelgo due riproduttori cercando di esaltare i propri pregi; ora, con i canarini ho sempre riprodotto in consaguinità, con gli esotici cerco di evitarlo, ma non perchè sono contrario ad una selezione in consanguineità, ma semplicemente perché ritengo che ho un ceppo di soggetti ancora non del tutto “stabili”; il vero e proprio ceppo si forma con un paziente lavoro certosino e mettendo insieme quei due o tre punti innanzi esposti, quindi ho davanti a me un bel pò di strada di fare prima di poter definire il mio ceppo, un ceppo stabile e consolidato.

Allevando uccelli esotici, quando inizia a formare le coppie e come effettua la scelta?

Diciamo che la formazione della coppia parte da due aspetti fondamentali, e cioè, il loro fenotipo e il loro genotipo, non si può non tenere conto di queste due varianti, e poi come nella domanda precedente accennavo, cercando di compensare i propri difetti.

Una volta scelto i due riproduttori, cerco di dedicargli lo spazio ed un periodo di “affiatamento” a loro più consono, penso che siano fondamentali questi due ultimi aspetti, una coppia “costretta” in una gabbia non idonea e che non abbiamo quella dovuta “conoscenza”, difficilmente incontra la mia fiducia, se non vedo tutto ciò, difficilmente metto loro a disposizione il nido, questo mi mette, in parte, al riparo da spiacevoli situazioni; inizio a tenerli insieme da metà ottobre, per poi cercando di capire quando si sentano pronti ad una riproduzione, ecco, questo è un altro aspetto che curo molto, l’osservazione…solitamente dedico un paio d’ore al giorno alla cura del mio allevamento e in queste due ore, oltre ad espletare la normale routine, mi dedico alla loro osservazione, cercando di “capire” i loro bisogni, per poi, cercare di “soddisfarli”.

Che tipo di alimentazione fornisce durante il periodo della riproduzione, muta e riposo?

Ho sempre detto che allevo “a pane e acqua”, cioè sono come dire, molto spartano, poche cose ma di altissima qualità, un buon misto per esotici e un buon pastoncino, non ho nessun asso nella manica oppure miscele miracolose, ritengo che le aziende mangimistiche abbiano raggiunto un eccellente grado di specializzazione e quindi nonc’è, nè da aggiungere, nè da sottrarre nulla, alle loro equilibratissime composizioni, mi limito solo ad integrare, nel periodo riproduttivo, con un pastoncino fresco che preparo appositamente tutti i giorni, somministrandolo con porzioni tali che deve essere consumato nel giro di qualche ora, sono maniacale in una sola cosa, l’acqua la cambio tutti i giorni; nel periodo di riposo do solo il misto per esotici, ogni tanto una buona razione di pastoncino, uso per tutto l’anno un semi-morbido, e nel periodo della muta somministro, nel caso lo ritenga opportuno, un buon complesso vitaminico del gruppo B.

Può dare qualche consiglio a chi vorrebbe iniziare l’allevamento di questa razza?

Devo dire che io allevo due specie con cui è d’obbligo fare esperienza, sono due specie, il passero del giappone e il diamante mandarino, che vengono consigliate dagli esperti proprio ai neofiti,  ma se posso dare un’ulteriore informazione, per carità, non avventuratevi mai, la scelta di qualsiasi specie da allevare deve essere sempre preceduta da quanta più informazione è possibile, in poche parole non improvvisate mai nulla, documentatevi e fatevi seguire.

Chi volesse acquistare dei suoi soggetti, come deve fare?

Chi vuol farlo puo’ contattarmi tramite il forum di Hobby Uccelli.

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